lunedì 8 novembre 2010

E sento l'assenza, anche se mai ho vissuto la presenza.

Questo sentimento che penso sia un po' a tutti conosciuto. Sentimento d'assenza, di vuoto da colmare, di inutilità... mischiato pure con una grande dose di solitudine e nostalgia di non so che cosa mai vissuto!
È normale. Ed è proprio ciò che ci spinge a cercare, a provare, ad agire d'azzardo, a lanciarci in nuove esperienze, ad appassionarci, a leggere, a studiare, a suonare ad innamorarci, ad impegnarci, a creare, a leggere, a sognare, a vivere ed agire .È una voglia di superare noi stessi, nel senso di scendere nel più profondo, nel senso di trovare la nostra essenza.

Inevitabilmente mi passa per la mente una canzone di Battiato, che poi i CSI hanno rifatto (ed è la loro versione che ho in mente), "e ti vengo a cercare".

E TI VENGO A CERCARE
E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza




















Nel interpretazioni di Battiato, la ricerca di quest' "Uno al di sopra del bene e del male" è spesso capita come "entità divna" un Dio, la fede.
Non voglio togliere niente a ciò. 
Stadifatto che io, mi son permessa di risovrainterpretare e di crearmi una versione tutta mia dell'interpretazione di questa canzone.

Io la interpreto in questo modo: 
Io, che cerco una me stessa, una me stessa più completa e con un senso che superi il solo fatto della vita fisica e reale, delle passioni e delle emozioni. 
Forse sì, forse anche io ci vedo una sorta di "entità divina"... un entità divina che ognuno di noi ha dentro di sé, intesa come la parte di noi che vuole superare il fatto di limitarsi ad essere un essere umano (anche se poi, è quello che siamo), la parte di noi che crede in qualcosa di più primitivo e mistico, la parte di noi che crede di una forza e una verità che ci supera e irraggiungibile, la parte di noi che crede che noi esseri umani non siamo animali.




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