giovedì 15 settembre 2011

E un groppo mi stringe la gola. Nostalgia, mancanza. Bisogno di credere in qualcosa, di avere una direzione in cui incanalare la rabbia fatta grinta. Di distruggere e costruire al fine scoperto di qualcosa di vero.
L'instabilità lasci spazio ad una solida idea acclamata da ogni periferia del pensiero mio!

Gente, gente e gente che vive contemporaneamente. Mille, mille e mille storie che si svolgono parallelamente. E impazzisce la mia mente. Ma vi amo tutti.
  

martedì 9 novembre 2010

Myristica Fragrans, Ohhhhh Psychedelic Nutmeg (Pura curiosità)


Noce moscata (Myristica fragrans)



La noce moscata è il frutto della Myristica fragrans, pianta appartenente alla famiglia delle myristicaceae, originaria delle Isole Molucche ma molto diffusa praticamente ovunque. La noce in sé ha una forma allungata che ricorda un piccolo siluro, è composta da un mallo esterno che, quando la noce è matura, si apre in due gusci morbidi che contengono la noce vera e propria. Gli usi culinari di questa spezia sono molto diffusi, soprattutto per la preparazione di dolci, mentre i suoi effetti allucinogeni sono sconosciuti ai più. Tali effetti sono dovuti essenzialmente alla presenza di due composti attivi: l'acido mistrico e l'Elemicina, le cui strutture chimiche sono molto simili a quella della Noradrenalina o alle anfetamine di sintesi. In realtà, la noce moscata produce effetti più vicini a quelli dell'Lsd che a quelli dell'anfetamina, effetti quindi a carattere prevalentemente allucinogeno.

"Avevo sentito parlare della possibilità di fumarsi la noce moscata e l'ho sempre considerata una sciocchezza. Però una sera con un po' di amici eravamo in un clima scherzoso e così ci abbiamo provato. Non so se sia stata suggestione o cos'altro, però posso dire che in mancanza di meglio… [P., 25 anni, studentessa di Psicologia]"

In realtà, per ottenere qualche effetto di tipo allucinogeno si devono macinare almeno dieci noci moscate (la quantità dipende anche dalla loro provenienza), lasciarle macerare per una notte in acqua calda e usarle per un infuso. Dopo l'assunzione può verificarsi un breve intervallo prima che gli effetti si manifestino: coloriture molto particolari a seconda del paesaggio, euforia e leggere allucinazioni. La noce moscata può essere tranquillamente acquistata in qualsiasi negozio di alimentari a un prezzo molto modesto e viene venduta in due versioni: intera o grattugiata. È preferibile sceglierla intera perché contiene una varietà di oli essenziali che svaniscono rapidamente al contatto con l'aria. Vero è che gli effetti collaterali gastrointestinali sono tanto sgradevoli da funzionare come deterrente per un uso frequente perché provocano una forte intossicazione.


La noce moscata, anche se fin dal Medioevo era conosciuta come sostanza terapeutica, veniva ricercata per le sue qualità afrodisiache, per le quali è utilizzata ancora oggi in Oriente, particolarmente nello Yemen, in India e in Malesia, dove addirittura viene usata per curare le malattie di cuore e le insufficienze renali. Anche nella Farmacopea tradizionale occidentale la noce moscata rientra in diverse ricette riconducibili alla stregoneria popolare: ad esempio, se a mezzo grammo di questa sostanza si uniscono altrettanti chiodi di garofano, cardamomo, macis, cannella, gengevo ed erba galanga, tritati e sciolti in 3/4 di litro di alcool e lasciati riposare per una notte, si realizza un infuso che rafforza la memoria, l'intelligenza e rende perfino di buon umore! [C., 26 anni, dottorando in Antropologia culturale]





Se ne volete saper di più:

È un lavoro interessante e davvero buffo. Specie per come vengono inquadrati "gli studenti" hahah.

Se il volere davvero c'è

Vedendo funamboli nel cielo.
Che un fulmine gelato al cuore.
E se cadesse? Cadesse? CADESSE? CADESSE?... cadesse?
... la fune balla, e se cadesse?
Proprio fra un palazzo dell'ospedale e l'altro doveva farlo... fosse una preucauzione perché teme il peggio?... e se cadesse?!? CADESSE cedesse cadesse?
Se cadesse?
A che serve rischiare di morire in questo modo?
Se cadesse?
Morirebbe...
Se cadesse...
MA ECCOLO CHE ARRIVA ALL'ALTRO TETTO, E CE LA FA!
E il pubblico emozionato, piccolo piccolo, un po' commosso, sorpreso, perché non abituato, esulta assieme a colui che dimostrato ha, che fare si può se il volere c'è.



Musica sperimentale


Prima di tutto devo definire come utilizzo io il termine di "musica sperimentale", sì perché alcuni penseranno che sto parlando di Cage, altri che sto parlando di Free Jazz, altri me la confonderanno con lo space rock e la musica psychedelica.
Io la definisco come tutte queste cose messe assieme, anche se non sarebbe corretto (sì, mi permetto di allargare un po' il termine).
Poi ho una predilezione per l'experimental rock.
(Cos' é l'experimental rock? Una sua corrente é stata anche etticchettata come "Krautrock"... Ma prima ci sono stati: Frank Zappa, Capain Beefheart, i Velvet Underground..).

Quella voglia di sperimentare, di nuovo, di superarsi, di ricerca sopratutto, d'incantare, inventare e sorprendere. L'energia,
Altro che musica istituzionalizzata, musica libera! Insomma, non che altre non lo siano.. ma la sperimentazione cerca di andare oltre, di ricercare un'altra versione dei fatti o semplicemente sperimentare i limitii imposti. "L'azione sperimentale è il risultato di ciò che non è previsto" (Cage), "Rappresenta il rifiuto allo status quo". (Cope)

...non metto in dubbio che la tecnica e lo studio della musica sia anche uno "strumento" per potere "fare di più" ed avere "colori" in più con i quali esprimersi.
Ma non é l'unico modo di poterla fare, tutto qui. E in più restringe il "far musica" a una cerchia di persone che hanno studiato, quando invece la musica é così vasta!

 



Outsiders. Saggi di sociologia della devianza.


Ho avuto la fortuna di vedermi assegnata la presentazione di questo testo al seminario di sociologia, altrimenti forse non me ne sarei interessata tanto, e non mi avrebbe regalato i sorrisi che mi ha dato, néle  idee di spunto.

Al contrario dei funzionalisti, secondo Becker la devianza non è dovuta ad una sbagliata o mancata socializzazione e integrazione alla società: non è semplicemente un valore non condiviso.
Difatti si rende subito conto di quanto sia soggettivo l'etticchettamento di un individuo come deviante: qualcuno può essere deviante secondo un gruppo e le norme di questo gruppo, ma secondo un altro gruppo no. 
I fenomeni di devianza legano quindi che emette il giudizio di "deviante" e non è il soggetto deviante ad avere particolari caratteristiche o disfunzioni.
Malgrado l'idea di Becker sia piuttosto "come scoprire l'acqua calda" (io ad esempio già me le facevo questo tipo di spiegazioni, prima di leggere Becker: non è che mi ha illuminata particolarmente), da molti può essere vista come pungente e provocante. Se sono i gruppi sociali a creare la devianza istituendo delle norme di cui la trasgressione costituisce la devianza, vuol dire che ora è colpa della norme, delle leggi, se abbiamo dei delinquenti (e per spiegare esattamente il processo tramite il quale si diventa delinquenti, parlerò dopo della carriera deviante, e dell' amplificazione della propria devianza dovuta all'etichettamento come tale)!
Oltretutto, il carattere deviante di un atto dipende dalla maniera nella quale gli altri reagiscono (insomma, dipende anche da chi compie l'atto, non a tutti verrà fatta la stessa colpa per lo stesso atto commesso). Ci sono gruppi a cui l'etichetta di deviante è applicata più facilmente.


I gruppi di status superiore fondano il loro potere sulla loro capacità di produrre delle nuove regole e di punire i devianti, ci sono infatti dei gruppi più capaci di fare applicare le proprie norme, quelli a cui la loro posizione sociale dona delle armi di potere (ad esempio: età sesso, classe e origine etnica sono tutti legati a delle differenze di potere). [E un grande capitolo viene proprio dedicato a questi gruppi]


Ma come si diventa devianti?


La maggioranza delle persone conosce frequentemente delle tentazioni devianti. La gente è molto più deviante, almeno in immaginazione, di ciò che appare. Al posto di domandarci perché i devianti cogliono fare delle cose che sono disapprovate, dovremmo piuttosto domandarci perché quelli che rispettano le norme, avendo comunque delle tentazioni devianti, non passano all'atto.


Quando un individuo "normale" scopre in sé una tentazione deviante, sarà capace di reprimerla pensando alle conseguenza.  Ma per chi non ha ne reputazione da sostenere, né un posto di lavoro o un impegno familiare da mantenere, è più facile obbedire ai propri impulsi e diventare deviante.


Quando una persona acquisisce uno status principale, esso diventa più forte e copre tutte le altre caratteristiche di questa persona. Ad esempio: per acquisire lo status principale di "delinquente" basta aver commesso anche solo un'illegalità, ad esempio aver fumato della marijuana, ma si viene inseriti nel gruppo di "quelli indesiderabili, perché non rispettano la legge, e se non la rispettano una volta é più facile che non la rispettano un'altra volta" con tanti altri delinquenti per aver commesso atti più gravi. Viene quindi considerato che ogni individuo che appartiene allo status principale di delinquente possegga pure tutta una serie di altre caratteristiche indesiderate. Se poi si tratta una persona deviante sotto un solo aspetto come se lo fosse sotto molteplici aspetti, si contribuisce ad una profezia che si  autoavvera. 
Agli occhi degli altri, una prostituta non sarà più "una mamma" "una signora che ascolta elvis" "la vicina di casa" "quella che ha fatto volontariato per anni", sarà solo e soltanto una prostituta. Come lo straniero che non parla italiano, in una classe, viene visto solo come "quello che non parla italiano" non come una persona con gusti e interessi a cui interessarsi.


La carriera deviante comincia nel modo più scontato: l'interesse verso qualcosa di deviante, dovuto all'incontro con devianti più esperti che sembrano essere contenti della propria devianza. Pian piano si impara a partecipare ad una sottocultura deviante. Il punto cruciale è quando si viene riconosciuti per la prima volta come "deviante" dal resto della società (si viene ad esempio presi anche per una cosa non grave), qui avviene la stigmatizzazione e ci si vede appiccicato lo status principale. 
La maniniera in cui si trattano i devianti equivale a rifiutare loro i mezzi ordinari di compiere le attività routinarie della vita quotidiana. E ciò porta soltanto ad un'amplificazione della devianza.
E per ultima tappa si entra in un gruppo di devianti organizzati. Questi gruppi sono più portati che i singoli a razionalizzare la propria posizione, e qui l'autogiustificazione diventa un'ideologia.




I capitoli seguenti sono anche più interessanti.
Due mi hanno fatto sorridere: Becker descrive l'esempio di carriera deviante di un fumatore di marijuana,  e mi è apparso piuttosto familiare: ci si comporta molto più tutti nella stessa maniera in una certa situazione di ciò che pensiamo... mi ha fatto ricordare tutti i miei tempi del liceo, le serate passate fra nuvole di fumo e alterazione, e a quelle serate ho legato persone ed emozioni, ho provato un'ondata di nostalgia.
Poi descriverà la devianza dei musicisti jazz. Dedicherà un altro capitolo alla nascita delle norme e ai gruppi che hanno il potere di imporle e deciderle,    il fenomeno "d'ettichettamento".


Più che come "verità assoluta" considererei questo libro come spunto da sempre tenere a mente quando si tratta di esprimere giudizi o si tratta di parlare di giustizia.
Spunto di pensiero pure sul potere di alcuni di "imporre delle norme", spunto di critica verso sistemi troppo democratici: "la maggioranza non ha sempre ragione".
Ma sopratutto una ginnastica mentale, insegna infatti a vedere tutto in modo originale e critico, e sopratutto a non dimenticare mai i diversi punti di vista dei diversi attori. 





lunedì 8 novembre 2010

E sento l'assenza, anche se mai ho vissuto la presenza.

Questo sentimento che penso sia un po' a tutti conosciuto. Sentimento d'assenza, di vuoto da colmare, di inutilità... mischiato pure con una grande dose di solitudine e nostalgia di non so che cosa mai vissuto!
È normale. Ed è proprio ciò che ci spinge a cercare, a provare, ad agire d'azzardo, a lanciarci in nuove esperienze, ad appassionarci, a leggere, a studiare, a suonare ad innamorarci, ad impegnarci, a creare, a leggere, a sognare, a vivere ed agire .È una voglia di superare noi stessi, nel senso di scendere nel più profondo, nel senso di trovare la nostra essenza.

Inevitabilmente mi passa per la mente una canzone di Battiato, che poi i CSI hanno rifatto (ed è la loro versione che ho in mente), "e ti vengo a cercare".

E TI VENGO A CERCARE
E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza




















Nel interpretazioni di Battiato, la ricerca di quest' "Uno al di sopra del bene e del male" è spesso capita come "entità divna" un Dio, la fede.
Non voglio togliere niente a ciò. 
Stadifatto che io, mi son permessa di risovrainterpretare e di crearmi una versione tutta mia dell'interpretazione di questa canzone.

Io la interpreto in questo modo: 
Io, che cerco una me stessa, una me stessa più completa e con un senso che superi il solo fatto della vita fisica e reale, delle passioni e delle emozioni. 
Forse sì, forse anche io ci vedo una sorta di "entità divina"... un entità divina che ognuno di noi ha dentro di sé, intesa come la parte di noi che vuole superare il fatto di limitarsi ad essere un essere umano (anche se poi, è quello che siamo), la parte di noi che crede in qualcosa di più primitivo e mistico, la parte di noi che crede di una forza e una verità che ci supera e irraggiungibile, la parte di noi che crede che noi esseri umani non siamo animali.




domenica 31 ottobre 2010

Bocconcini musicali. Allucinatevi!

Benvenuti, voi che per caso (o anche no), siete finiti su questa pagina.

Che brutta cosa che sarebbe se non trovaste niente! Visto che adesso non ho tempo di scrivere già  qualcosa, vi lascio con qualche musica che io amo.

A voi  l'assaggio di questi bocconcini per un aperitivo musico-atmosferiale. Lasciatevi trasportare, rapire, alienare, alterare!